I Disturbi Specifici dell’Apprendimento e il metodo CO.CLI.T.E.

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Dott.ssa Sara Perini

Dott.ssa Sara Perini

Pedagogista Clinica

Spesso si sente parlare di Disturbi Specifici dell’Apprendimento o di DSA. Ma cosa sono?
Nell’DSM-5 i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono stati inseriti all’interno dei Disturbi del Neurosviluppo. Il manuale individua dei criteri diagnostici da cui è possibile desumerne le caratteristiche chiave: «lettura delle parole imprecisa, lenta o faticosa; difficoltà nella comprensione del significato di ciò che viene letto; difficoltà nello spelling; difficoltà con l’espressione scritta; difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici o il calcolo; difficoltà nel ragionamento matematico» (APA, 2013, p. 77). Tali sintomi devono essere presenti per almeno sei mesi, nonostante l’attuazione di interventi mirati. Le abilità scolastiche colpite devono essere al di sotto di quelle attese per l’età cronologica e devono causare interferenza significativa con il rendimento scolastico o con la vita quotidiana.
Nel DSM-5 i DSA sono inquadrati a livello dimensionale come disturbi della lettura, dell’espressione scritta e del calcolo.
Inoltre, come sottolineato dalla Consensus Conference (2007), i DSA devono essere associati a un livello intellettivo nella norma o superiore e non dipendere da menomazioni sensoriali o neurologiche gravi, disturbi emotivi o situazioni di svantaggio socio-culturale.
Essendo dei disturbi evolutivi, che si manifestano durante l’infanzia, possono essere diagnosticati già dalla fine della classe seconda della scuola primaria per la Dislessia, la Disgrafia e la Disortografia e dalla fine della classe terza per la Discalculia.
Il momento della diagnosi rappresenta un passo fondamentale per avviare un’efficace presa in carico del paziente con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Se il disturbo, infatti, non viene adeguatamente trattato può portare a difficoltà scolastiche generalizzate, producendo delle ripercussioni anche nell’area emotiva e relazionale.  
L’intervento proposto deve essere legato alle caratteristiche del paziente e ai suoi bisogni specifici. È fondamentale che la presa in carico del bambino o del ragazzo con DSA si basi su una salda progettualità. Chiari e condivisi con la famiglia del minore devono essere: gli obiettivi a breve, medio e lungo termine; i tempi, le modalità e gli strumenti impiegati.
Nello Studio Psicopedagogico uno degli interventi proposti per sostenere i bambini o i ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento è il trattamento ecologico-dinamico basato sulla metodologia CO.CLI.T.E. (Cognitivo Clinico Trattamento Educativo). Tale approccio si fonda sulla teoria secondo la quale i DSA coinciderebbero con una forma di disprassia sequenziale e quindi con una disorganizzazione a carico delle funzioni esecutive con interessamento dell’organizzazione spazio-temporale e della dominanza laterale (Crispiani, 2022).

Il trattamento abilitativo riconoscendo come base il Polo SAF (Crispiani, 2016), mira a potenziare tre principali aspetti:

  • le successioni ovvero tutti quei processi sequenziali presenti in ogni funzione (motoria, percettiva, esecutiva, di pensiero, linguistica);
  • gli automatismi esecutivi mediante la stimolazione della rapidità dell’agire;
  • la fluidità al fine di ridurre il numero di errori commessi (nella lettura, nella scrittura e nel calcolo), mediante un incremento graduale del ritmo di esecuzione.


Gli strumenti impiegati sono molteplici e vengono raccolti in 12 azioni cognitivo-dinamiche finalizzate a lavorare in fluidità sul disordine funzionale presente (Crispiani, 2006).

Le sedute si compongono di diversi momenti che possono essere così sintetizzati:

  • momento metacognitivo volto ad aiutare il paziente a prendere consapevolezza del personale funzionamento, a implementare le capacità di autoregolazione e il bagaglio strategico posseduto.
  • lavoro sugli aspetti motori, percettivi, esecutivi, linguistici e del pensiero attraverso la fornitura di materiali cartacei e non e l’attivazione di sequenze, sinestesie e automatismi. Concretamente il bambino viene coinvolto dal terapista nell’esecuzione di sequenze di azioni ripetute più volte, mediante un costante esercizio accompagnato da una simultanea motricità basale (camminare sul posto, battere i piedi, le mani, parlare, contare);
  • lavoro sulla lettura, scrittura e/o calcolo.

In parallelo al percorso di trattamento con il bambino o il ragazzo con DSA è importante costruire un efficace lavoro di rete con la famiglia e la scuola, al fine di comprendere i bisogni specifici del minore, le difficoltà incontrate, i suoi punti di forza e di debolezza.
Solo attraverso uno scambio continuo e una proposta di trattamento costruita a misura del paziente con Disturbi Specifici dell’Apprendimento sarà possibile aiutare il bambino a raggiungere la maggiore autonomia possibile.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

APA – American Psychological Association, (2013). DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina Editore
Consensus Conference, (2007). Disturbi evolutivi specifici di apprendimento. Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference. Milano, 26 gennaio 2006
Crispiani, P., (2006). Didattica cognitivista. Roma: Armando Editore
Crispiani, P., (2022). Dislessia come disprassia sequenziale. La sindrome dislessica. Dalla diagnosi al trattamento. Le pratiche ecologico-dinamiche. Parma: Edizioni Junior
Crispiani, P., (2016). Il metodo Crispiani. Clinica della dislessia e disprassia. Parma: Edizioni Junior

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